Con il seguente post vogliamo stimolare la vostra mente e farvi riflettere sulla ragione che ci ha portato a vedere la canzone “L’istrione” di Charles Aznavour come l’inno internazionale dei commerciali! Chiaramente stiamo scherzando, ma sono tante le analogie che abbiamo riscontrato tra la canzone e la vita di un commerciale: leggere il post per credere!

 

Chi è l’istrione?

 

La parola “istrione”, utilizzata per definire gli attori della Roma antica, oggi è associata al concetto di attore enfatico con doti sceniche eccezionali; a chi si comporta in modo teatrale e ama l’esibizionismo e porsi al centro dell’attenzione. “Istrione” è anche sinonimo di improvvisazione. Charles Aznavour sottolinea nel testo della canzone l’importanza della componente geniale, indispensabile per l’arte dell’improvvisazione e per “non farsi mancare mai le parole”.

 

 

Chi siamo

 

 

La similitudine tra un istrione e un commerciale

 

Ci sono forti parallelismi tra un attore sulla scena teatrale e chi deve fare una presentazione, magari una presentazione di vendita: il fatto di essere al centro dell’attenzione, avere il pubblico tutto per sé, fare dei monologhi e parlare a delle persone. Ma soprattutto catturare la loro attenzione e lasciargli “un’emozione”. Da questa prospettiva possiamo quindi notare un certo parallelismo tra un commerciale e un attore. È esperienza comune per un commerciale dover fare una presentazione davanti a un pubblico, ad esempio un pubblico interessato di potenziali clienti e acquirenti: qualcuno che bisogna convincere. Per convincere le persone bisogna essere un po’ istrionici! Bisogna avere delle capacità comunicative, di persuasione, un po’ differenti dal solito. Infatti, per fare il commerciale, bisogna saper trattare e parlare con le persone, bisogna saper stare al posto giusto, conoscere i tempi, utilizzare in modo strategico l’empatia la capacità di cambiare il tono della voce e il proprio atteggiamento. Quando un commerciale incontra un potenziale cliente diventa allora un attore che entra in scena. Per queste ragioni, un po’ ironicamente, abbiamo preso quella che potrebbe essere considerata la canzone inno degli attori, dei teatranti, di qualcuno che ha di fronte a sé un pubblico in carne e ossa e con delle piccole modifiche l’abbiamo trasformata in un inno per i commerciali. Per dimostrare la tesi del parallelismo istrione-commerciale ci siamo divertiti a cambiare solo qualche parola per mostrarvi come il testo originale fondamentalmente sta in piedi anche per un commerciale.

 

Io sono un istrione
Io sono un commerciale

Ma la genialità è nata insieme a me
Ma la genialità è nata insieme a me

Nel teatro che vuoi
Dal prospect che vuoi

Dove un altro cadrà, io mi surclasserò
Dove un altro cadrà, io mi surclasserò

Io sono un istrione
Io sono un commerciale

Ma la teatralità scorre dentro di me
Ma la teatralità scorre dentro di me

Quattro tavole in croce e qualche spettatore
Una sala riunioni e qualche spettatore

Chi sono lo vedrai, lo vedrai
Chi sono lo vedrai, lo vedrai

In una stanza di tre muri tengo il pubblico con me
In una stanza di tre muri tengo il pubblico con me

Sull’orlo di un abisso oscuro, col mio track e con i miei tick
Sull’orlo di un deal perso, con mio smartphone e le mie email

E la commedia brillerà del fuoco sacro acceso in me
E la commedia brillerà del fuoco sacro acceso in me

E parlo e piango e riderò del personaggio che vivrò
E parlo e piango e riderò dell’accordo che chiuderò

Perdonatemi se con nessuno di voi
Perdonatemi se con nessuno di voi

Non ho niente in comune
Non ho niente in comune

Io sono un istrione a cui la scena dà
Io sono un commerciale a cui il meeting dà

La giusta dimensione
La giusta dimensione

La vita torna in me
La vita torna in me

Ad ogni eco di scena che io sentirò
Ad ogni squillo di phone che io sentirò

E ancora morirò di gioia e di paura
E ancora morirò di gioia e di paura

Quando il sipario sale
Quando la riunione parte

Paura che potrò
Paura che potrò

Non ricordare più la parte che so già
Non ricordare più la presentazione che so già

Poi, quando tocca a me, puntuale sono là
Poi, quando tocca a me, puntuale sono là

Nel sogno sempre uguale, uguale
Nel meeting sempre uguale, uguale

Io sono un istrione
Io sono un commerciale

Ed ho scelto oramai la vita che farò
Ed ho scelto oramai la vita che farò

Procuratemi voi sei repliche in città
Procuratemi voi sei meeting in città

E un successo farò
E un successo farò

Io sono un istrione
Io sono un commerciale

E l’arte, l’arte sola è la vita per me
E la firma, firma sola è la vita per me

Se mi date un teatro e un ruolo adatto a me
Se mi date un prospect e un deal adatto a me

Il genio si vedrà, si vedrà
Il genio si vedrà, si vedrà

Con il mio viso ben truccato, con la maschera che ho
Con il mio abito ben stirato, con la maschera che ho

Sono enfatico e discreto, versi e prosa vi dirò
Sono enfatico e discreto, tempi e costi vi dirò

Con tenerezza o con furore e mentre agli altri mentirò
Con gentilezza o pugno chiuso e mentre agli altri mentirò

Fino a che sembri verità, fino a che io ci crederò
Fino a che sembri verità, fino a che io ci crederò

Non è per vanità
Non è per vanità

Quel che valgo lo so e ad essere sincero

Quel che valgo lo so e ad essere sincero

Solo un vero istrione è grande come me

Solo un vero commerciale è grande come me

Ed io ne sono fiero

Ed io ne sono fiero

 

 

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